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S T A M P A X I



BENVENUTO NEL SITO UFFICIALE DEGLI STAMPACINIDOC















QUESTO E' IL MIO QUARTIERE !
(Concentrato alla parte Settentrionale)
a cura di Giuseppe Marcialis


Stampace (Stampaxi in lingua sarda, dialetto campidanese) è situato nel centro storico è uno dei quattro quartieri della Citta di Cagliari, il quartiere più antico della Città che conserva i culti più sentiti.
A Ovest del Castello, venne fondato dai Pisani nel XIII secolo e da essi dotato di un modesto sistema di fortificazione (di cui resta la torre dello Sperone vedi foto ).
Fin dalla fondazione Stampace è stato un quartiere abitato prevalentemente da mercanti, artigiani e piccoli borghesi, sino a perdere gradualmente questa caratterizzazione con l'avvicinarsi dell'epoca contemporanea. Stampace confina ad ovest con il "borgo", oggi quartiere, di Sant'Avendrace, in passato una delle zone più periferiche e povere della città. Grande importanza storica e artistica hanno i numerosi siti archeologici ubicati nell'area di Stampace e Sant'Avendrace, testimonianze della Cagliari dei Punici e dei Romani, oltre alle tracce, poche, della capitale giudicale di Santa Igia, nella zona confinante con lo stagno di Santa Gilla.
E’ un quartiere semplice, senza palazzi monumentali e grandi costruzioni civili. Unica eccezione di rilievo le chiese, numerose come in ogni borgo antico che si rispetti: la chiesa di San Michele, la chiesa di Sant’Anna, Santa Chiara con annesso il monastero, gioiello barocco del XVII sec., le piccole chiese di S. Efiso e S. Restituta. Vi si trova inoltre l’interessante Orto Botanico ed il Bastione di Santa Croce, il punto più panoramico di Stampace.
La definizione dei confine che delimitano il rione Stampace è ardua e complessa.
Partendo da Piazza Yenne, si estende per il Largo Carlo Felice, via Crispi, Piazza del Carmine, Viale Trieste, la Croce, viale Sant'Avendrace, Colle Tuvumannu, via Is Maglias, viale Merello, Viale Buoncammino, via Fiume, Via Cammino Nuovo, Scalette Santa Chiara.
Della parte settentrionale del quartire "Stampace Alta" fanno parte le seguenti strade: un tratto del C.so Vittorio Emanuele, via Portoscale, Porta dello Sperone, via Azuni, via Ospedale, via Siotto Pintor, via C. Buragna, via Santa Restituta, via Sant'Efisio, via Fara, via San Giorgio, via Santa Margherita, Sante Lemmu, via Cammino Nuovo (Sa Murialla).

____________________________________________________Giuseppe Marcialis



IS ARRUGAS:


Sa prazza de stampaxi
= Piazza Yenne

S'arruga de s'abbeveratoriu o via San Michele = Via Azuni

Sa murialla = Via Cammino nuovo

S'arruga deretta = Via Santa Marcherita

Santu Giordi = via San Giorgio

S'arrug'e monti = via Ospedale

S'arruga de valenticu = Via Fara

S'arruga de Sant'Anna = Via Sant'Efisio

S'Arruga de Santu Paulu = Via Siotto Pintor

S'Arruga de Sant'Antuneddu = Via Carlo Buragna

S'arrugas de is cuxinas = Via Porto scalas

Su Brugu o sa Passillara = Corso Vittorio Emanuele

Pratza Mercau = Largo Carlo felice

Su stradoni de Santu Perdu = Viale Triestre

S'arruga de su conduttu = Via G.M.Angioy

S'Arruga de San Nicolo' = Via Sassari

Sa calara de su Cramu = Via Maddalena

Osteriedda = Via Caprera

S'Ecca Manna = Porta di Palabanda

Istrintu Santu Perdu = Via Carloforte

S'Arruga po Santu Perdu = Via Pola

Strada Dell'Annunziata = V.le Merello

S'arrugas de is cappuccinusu o de is arrecoverus = Viale Fra Ignazio

Santu Lorenzu = Viale Buoncammino

Su quarantasesi = Via Anfiteatro ang. Viale Buoncammino

Sant'Ellemu = Fosso di San Guglielmo

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M'ARREGORDU


Carissimo Cicci, sono Angelo Podda, classe 1934, cresciuto in Via Santa Restituta, primogenito di una famiglia di undici figli nati vivi, otto dei quali ancora viventi e in buona salute. Per caso sono capitato nel tuo sito amatoriale e a lungo mi sono soffermato sulle fotografie, fra le quali compaiono due miei fratelli: Tore e Giancarlo. Ho rivisto, in quelle foto, tanti miei coetanei, amici e compagni di scuola, di strada o di parrocchia; intere famiglie in posa, tramandate ai posteri. Ho rivisto la famiglia Sarais (Su sabateri de Sant'Efis, Francischinu Sarais, de no confundi cun "Moretu", su sabateri de Via Azuni); la famiglia Melis il figlio Tore,la famiglia Paci, (la famiglia Cocco, di cui faceva parte Luciano, mio amatissimo compagno di giochi e di avventure giovanili; e tante altre. In quelle foto ho ritrovato la mia Stampace, quella che non c'è più oramai... Di recente son tornato a visitare il "mio" quartiere, salendo e scendendo lentamente le vie della mia infanzia e della mia giovinezza: e son rimasto deluso perché pochissime persone di quelle che lo abitavano fino agli anni sessanta sono ancora lì residenti. Del resto, a riprova di ciò, anch'io, come te, abitiamo in altri quartieri, o comunque in altre strade, diverse da quelle che, da sempre, hanno rappresentato il cuore del vecchio Stampace. Quelle strade che si dipartono da Piazza Yenne e da Via Azuni e che tu, con eccessiva enfasi, ma con evidente amore, ha definito l'epopea di quel tempo andato: Via Santa Chiara, Via San Giorgio (interamente distrutto per consentire l'allargamento della Via Santa Margherita (S'arruga dereta), Via Fara (S'arruga 'e Valenticu), Via Sant'Efisio, Via Santa Restituta, Via Carlo Buragna, Via Siotto Pintor, Via Ospedale (S'arruga 'e monti). Quanti ricordi! Una folla di pensieri che vengono alla mente e fuoriescono, in ordine sparso, ciascuno legato a un momento di gioia o di dolore...
Per ciascuna di quelle strade ritorna il ricordo di un amico ancora in vita o scomparso, di una situazione comica o tragica, del primo amore, dei battibecchi sportivi in Piazza Yenne, delle interminabili dissertazioni sportive sul calcio, sulla boxe, e la rivalità sulla preferenza dei cantanti... In quelle strade non si sente più l'accento stampacino: si sentono invece accenti altrettanto nobili, come il campidanese dell'interno, o il nuorese e il logudorese dei tanti studenti fuori sede, ma non la nostra tipica parlata stampacina...
Certo, il tempo della mia e della tua infanzia è ormai finito: è vero! Ma è altrettanto vero che la nostalgia ti prende sempre, improvvisa, quando la mente si rivolge al passato. E riscopri il senso di appartenenza a Stampaxi, dove si respirava ogni giorno un clima di promiscuità sociale che però non ammetteva distinzioni, per cui i ricchi si confrontavano con i meno ricchi; i laureati e i liceali stavano a fianco degli operai e degli artigiani; e tutti insieme uniti si ritrovavano nei giochi di strada, nelle feste di quartiere, nelle attività sportive, nelle associazioni religiose e laiche. Sono le comuni radici che anche se in parte recise dalla distanza geografica o soltanto topografica (quelli che risiedono all'estero, o in continente, o nei nuovi quartieri cagliaritani) sono profonde e resistono al tempo, almeno fino a quando saranno in vita e potranno testimoniarlo quelli che Stampaxi l'hanno conosciuta com'era e la portano dentro, come un segno distintivo, di orgogliosa appartenenza, tanto che, nelle futili dispute fra amici, ancora oggi mi capita di dire: sono stampacino, e me ne vanto!... Se credi, ne parliamo ancora. Auguri per la tua encomiabile iniziativa.
Ti abbraccio fraternamente.

Angelo Podda

































ALL' ATTENZIONE DEI VISITATORI :
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I miei ricordi d'infanzia
a cura di Giuseppe Marcialis



I miei ricordi d'infanzia, di una vita quotidiana semplice che non c'è più. Ricordi che portano alle mente l'epopea di un mondo pulito, innocente dove c'erano tante persone altruiste; un periodo davvero impareggiabile.
Durante la giornata per le vie del quartiere le ore erano scandite dalle "urla" dei diversi ambulanti che invitavano gli abitanti a comprare i loro prodotti, la globalizzazione per fortuna era ancora molto lontana come erano lontani anni luce anche i centri commerciali.
E nei ricordi indelebili appartenenti alla bella epopea del dopoguerra dove i nostri padri avevano una gran voglia di ricostruire la nazione, distrutta dalla spietata guerra civile, per assicurare a noi piccoli un futuro migliore ecco nelle vie del quartiere il venditore di frutta e verdura con il suo negozio mobile, ovvero un carro trainato da un asino che vendeva "figu murra o scritta , muscareddu , piringinu e pira camusina ",il vecchietto ortolano con il suo carrucciu offriva "arravunelleddu belle e friscu", s'apixedda che proponeva "varecchina e sapone a sborno", la donna con sa crobi bendiara "murtaucci durci durci" e "ulione",s'acconciacossius, sciveddasa e "peraccusu", "scoppetine" e "battipanni" , s'accuzzaferrusu. Nel pomeriggio a bordo del suo carretto triciclo entrava in scena il gelataio con le sue "cassatine granite" e "coni gelati".


All'imbrunire con la complicità delle tenebre appariva, il venditore di arselle che urlava: bianch'e e e cocciula e cocciula imbriaga. Con il suo punto fisso,presso la sua abitazione di via Sant'Efisio, invece, la mitica Petronilla vendeva "cixiri arrustiu", "pisu", castangia de Napoli", "nuxedda americana", "carruba" e "farina e lati".
Eran tempi quelli dove bastava davvero poco per essere felici.

___________________________________________________Giuseppe Marcialis







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